Huang Shu Da Ren Jie Yuan Ba
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First Love for the Third Time
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Detective Husband I've Never Met
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È un prodotto di genere e in quest'ottica dovrebbe essere visto. Come prodotto di genere non è male, va giusto bene per passare qualche ora di divertimento col cervello in posizione rigorosamente off. Insomma questi due sono carini quando si baciano ma in realtà c'è poco altro in questa serie.
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Nulla di nuovo, ma non da buttare
Di protagoniste femminili che tornano indietro per rivivere parti della loro vita in un modo o nell'altro ce n'è pieno nel panorama dei drama di ogni nazione.il format del drama breve è in questo caso probabilmente il migliore per raccontare la storia così come è stato fatto.
il cast è ristretto ma sufficientemente. i costumi, dato il target e il budget, sono più che accettabili, così come la musica e le ambientazioni. anche la recitazione, più o meno di tutti, è , se non stellare, comunque più che accettabile.
l'unico appunto che devo veramente fare a questa serie è che ci lascia con un cliffhanger che probabilmente non sarà mai risolto perché dubito che verrà mai fatta la seconda serie. è un minus abbastanza pesante perché personalmente non amo essere lasciata in sospeso.
in definitiva un drama innocuo che si può tranquillamente guardare aspettando qualcosa di più corposo, anche perché, data la brevità, non occuperà troppo tempo e non annoierà. anche la relativa ingenuità della trama risulta molto più sopportabile paragonata alla brevità dell'Opera. situazioni simili in un contesto molto più lungo sarebbero veramente insopportabili.
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Mi sa che in Thailandia non sanno fare i drama di azione....
Molto carino che ci siano degli esseri soprannaturali, Naga e Garuda, anche se non so quanto la loro rappresentazione sia reale rispetto alla mitologia thailandese.I primi episodi sono una vera bomba e sollecitano veramente delle grandi aspettative che però, man mano che prosegue il drama, vengono un po' ridimensionate.
Mentre è lodevole l'ambientazione in ambito poliziesco, in contrapposizione all'abusato Cliché del dramma scolastico, devo purtroppo rilevare come la plausibilità delle indagini sia una completa sconosciuta in questi lidi. Purtroppo anche le scene di azione lasciano parecchio a desiderare, siamo ben lontani dal montaggio di una scena coerente: troppo spesso accade che qualcuno dopo aver sparato rimanga fermo diversi secondi ad aspettare che qualcun altro lo abbatta, le incoerenze durante gli appostamenti si sprecano, con telefoni che vibrano in modo molto udibile in mezzo a un bosco quando tutti comunicano a gesti, con telefonate personali in mezzo all'azione, con combattimenti al limite del ridicolo, con l'assoluta mancanza di rispetto per gli ordini dei superiori, e così via.
Si salva fortunatamente la computer grafica che, pur senza arrivare a vette di eccellenza, riesce comunque a fare un buon lavoro, che non fa piangere agli occhi lacrime di sangue.
Il commento musicale si difende abbastanza bene, non sarà musica da Oscar ma è adatta alle scene che descrive.
Sul fronte dei costumi, mentre guardiamo con molto piacere degli aitanti giovanotti in canottiera che fanno allenamenti fisici vari, rischiamo di doverci cavare gli occhi quando (e per fortuna si tratta di poche scene) intervengono gli esseri superiori: costumi così pacchiani penso si vedano soltanto al carnevale di Rio tra le ballerine di samba...
A parte ciò, il drama si lascia guardare in modo piacevole fino all'ultimo paio puntate. I ragazzi sono tanti e una vera festa per gli occhi e, onore al merito, recitano anche decisamente bene. Specialmente la coppia principale è molto affiatata e, soprattutto nelle scene di intimità e tenerezza, rivela una chimica più che soddisfacente. Sarebbe stato molto più carino se al cattivo della situazione non avessero imposto dei ruggiti ben poco attraenti e convincenti, ma comprendo che non si può avere tutto.
E, a proposito del non avere tutto, a 10 episodi di storia tutto sommato non dico credibile ma soddisfacente, sono seguiti gli ultimi due in cui le cose sono andate un po' a catafascio. Ci sono delle situazioni di pericolo che non si capisce bene come si siano risolte, dei salti temporali, dei cambiamenti di scena che non si capisce bene come siano avvenuti, e così via. Anche la risoluzione finale di tutto il conflitto è piuttosto tirata là, decisamente insoddisfacente visti tutti i precedenti. I santi finiscono in gloria, ma non si sa bene che strada abbiano preso per arrivarci.
Sul fronte dei personaggi secondari, molto azzeccato il dottorino e anche i vari poliziotti; un po' meno le piagnucolose famiglie. Menzione di disonore per il personaggio del monaco che, pur dovendo in teoria svolgere una funzione di protezione, al momento del bisogno non è stato di nessun aiuto. Ridicoli i delinquenti, a partire dal loro capo.
Insomma, sicuramente un buon drama, per essere un BL, e un BL thailandese. Così contestualizzato, è sicuramente un ottimo prodotto, ma solo a patto di non cercare verosimiglianza nella parte poliziesca. Sicuramente meglio di Manner of death, ma da questo punto di vista c'è ancora tanta, ma tanta strada da fare.
In compenso, ci sono specialmente all'inizio diverse scene di spogliatoio e doccia con nudi anche integrali pixellati nei punti topici, idem per una scena di letto verso la fine. Decisamente un buon fanservice per gli amanti del genere.
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Zettai BL ni Naru Sekai VS Zettai BL ni Naritakunai Otoko 2
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Divertentissima parodia
Una spassosissima trasposizione di un manga che si burla, senza mai sconfinare nell'omofobia, di tutti i cliché dei manga/drama BL. Qui la mimica esagerata di Atsuhiro Inukai la fa da padrona e non è assolutamente fuori posto, anzi, è decisamente un valore aggiunto per l'opera. Ma si lasciano guardare molto piacevolmente anche il dolcissimo Yūtarō nei panni del fratello minore del protagonista, e Akihisa Shiono come suo boyfriend.Ovviamente il mattatore è Atsuhiro Inukai, che interpreta Mob, un personaggio di contorno che, rendendosi conto di trovarsi nel mondo del BL, e rifiutando categoricamente di innamorarsi di un altro ragazzo, fa di tutto per deviare l'attenzione lontano da sé per evitare di diventare il protagonista. Così, fra situazioni cringe oltre ogni limite, bellocci con sfondo floreale e musiche liberamente tratte da La bella e la bestia, il nostro si caccerà nei frangenti più imbarazzanti.
Per quanto arreso al suo destino alla fine della serie precedente, il nostro Mob si ritrova improvvisamente di nuovo spaiato e ricomincia immediatamente la sua operazione "contro".
Ma è possibile sfuggire alle leggi non scritte del mondo del BL? La domanda, ovviamente, è retorica.
La seconda serie è solo di pochissimo inferiore alla prima, probabilmente solo per il fatto che il ripetersi di un certo tipo di espressività, alla lunga, diventa un po’ stucchevole.
La storia, però, procede con nuove situazioni, il cerchio si richiude là dove si era aperto… O forse no?
Dopo aver abbondantemente sghignazzato per tutta la durata del drama, aiutata dal fatto di essere una fruitrice di contenuti BL convinta e di lunga data, aspetto con ansia la terza serie, che sarebbe prevista intorno alla primavera 2024.
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Divertentissima parodia
Una spassosissima trasposizione di un manga che si burla, senza mai sconfinare nell'omofobia, di tutti i cliché dei manga/drama BL. Qui la mimica esagerata di Atsuhiro Inukai la fa da padrona e non è assolutamente fuori posto, anzi, è decisamente un valore aggiunto per l'opera. Ma si lasciano guardare molto piacevolmente anche il dolcissimo Yūtarō nei panni del fratello minore del protagonista, e Akihisa Shiono come suo boyfriend.Ovviamente il mattatore è Atsuhiro Inukai, che interpreta Mob, un personaggio di contorno che, rendendosi conto di trovarsi nel mondo del BL, e rifiutando categoricamente di innamorarsi di un altro ragazzo, fa di tutto per deviare l'attenzione lontano da sé per evitare di diventare il protagonista. Così, fra situazioni cringe oltre ogni limite, bellocci con sfondo floreale e musiche liberamente tratte da La bella e la bestia, il nostro si caccerà nei frangenti più imbarazzanti, non esitando a fungere da Cupido per chiunque lo avvicini e senza lesinare i colpi bassi.
Ma è possibile sfuggire alle leggi non scritte del mondo del BL? La domanda, ovviamente, è retorica.
Dopo aver abbondantemente sghignazzato per tutta la durata del drama, aiutata dal fatto di essere una fruitrice di contenuti BL convinta e di lunga data, passo direttamente allo special successivo. Non so se sarà alla stessa altezza, ma lo spero vivamente.
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Adattamento televisivo del breve manga omonimo di Harada, One Room Angel è una miniserie in 6 episodi di 24 minuti ciascuno, per la regia di Eda Yuuka. Dovrebbe, a parer mio, essere preceduta da un avviso ben visibile: le tematiche trattate sono piuttosto pesanti, spaziando dalla depressione, alla violenza, all’omofobia, al suicidio, senza per questo voler essere esaustivi. Diciamo che non è un’opera per tutti ma, in realtà, pur non essendo una persona allegra di natura, e avendo anzi una visione piuttosto pessimistica e sconsolata della vita, mi sono ritrovata alla fine dell’ultimo episodio ad asciugare qualche lacrimuccia di commozione sentendomi sollevata. Vogliamo parlare di un percorso di guarigione? Chissà.
Certo un simile percorso pare averlo fatto Koki, un uomo che fa il turno di notte in un kombini, i piccoli supermercati giapponesi. Costui vive alla giornata, al limite della sussistenza, privo di ambizioni, estraniato da tutto e da tutti, senza in realtà avere alcuno scopo nella vita, neanche quello di viverla. Trovandosi apparentemente in fin di vita a seguito di una rissa, pare vedere un angelo venirgli incontro nei suoi ultimi istanti. Lo porterà in cielo? No, Koki si sveglia miracolosamente quasi guarito, con un debito astronomico da pagare all’ospedale e la stanzetta che chiama casa occupata dall’angelo, imbronciato, amnesico e incapace di volare. Lo accoglierà e, insieme, cominceranno il percorso di guarigione di cui sopra.
Qualcuno potrebbe non apprezzare la relazione fra i due: se è pur vero che c’è una disparità di età sconfortante – l’angelo è veramente troppo giovane! – è anche vero che in realtà nulla accade fra i due, e il rapporto è meno che platonico, praticamente soffuso di una luce interiore. Legati a doppio filo dal fatto che l’angelo percepisca ogni emozione di Koki, al punto che la negatività dell’uno fa perdere le penne delle ali all’altro, i due cercheranno di recuperare i ricordi perduti del giovane e di far tornare all’uomo la voglia di vivere, nella speranza che ciò permetterà all’angelo di tornare a volare. Già, le ali. Facciamo un veloce paragone con le orecchie di Yoda e… chiudiamola lì.
Aiutata da un cast di personaggi secondari limitato ma di buona efficacia e scrittura, la coppia riesce a trasmettere un cumulo disordinato di emozioni che afferrano alla gola. Se Shūhei Uesugi ha saputo rendere al meglio un Koki trasandato, ironico e depresso, l’angelo interpretato da Takuya Nishimura mi ha più volte attivato la modalità [i]madre sul piede di guerra [/i]per la sua petulanza e irriverenza. Ma, essendo così soffuso di angelica luce (sicuramente un filtro, eh?), come si fa a tirargli un ceffone?
All’accumularsi delle notizie sul passato di entrambi, in un crescendo che sa quasi di mistery, cominciamo ben presto a sospettare che One Room Angel sia un drama che non possa [i]finire bene.[/i] Perché un [i]angelo[/i] che può volare non è di questa terra.
Ora, non avendo letto il manga, non posso sapere se il finale sia esattamente uguale nei due casi. Certo è che le ultime battute hanno un senso di incompiutezza che lascia allo spettatore l’interpretazione del loro significato. Per conto mio, ho deciso di credere a una versione che non renda, di fatto, inutile tutto il percorso di guarigione di Koki.
In conclusione, un piccolo gioiello da vedere e rivedere anche quando, ormai, i colpi di scena saranno già conosciuti e svanirà l’effetto sorpresa. Non è per questo che One Room Angel è un drama da vedere.
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molto violento e per certi versi insoddisfacente...
... ma per altri molto soddisfacente.la violenza e i morti ammazzati si sprecano, ci sono dei personaggi che compiono scelte discutibili e che non pagheranno il fio delle loro colpe. altri impariamo se non a perdonarli, almeno a comprenderli.
la storia pecca, come molte altre di qualsiasi nazionalità, di ingenuità, eccesso di coincidenze e totale mancanza di guardie del corpo quando dovrebbero essercene, facilitando l'ingresso in scena di assassini che, in una gang seria , verrebbero bloccati molto prima di poter combinare qualcosa.
sappiamo tutti che è un sistema per poter fare avanzare la storia che altrimenti non potrebbe arrivare a compimento, e facciamo finta di crederci.
ho apprezzato particolarmente il tempo e in mancanza di miglior definizione la delicatezza con cui è stato affrontato il tema della transessualità. questo è un grosso punto a favore di quest'opera.
mi è piaciuta anche la dinamica del trio principale, anche se il finale non è molto chiaro su detta dinamica. non si capisce molto bene se il tris diventerà un poker o una doppia coppia, o se resterà, come credo, semplicemente un tris.
ad ogni modo, si tratta di un'opera decisamente adrenalinica, che conosce ben pochi momenti di stanca, decisamente ben condotta anche in termini di regia e cinematografia.
ho apprezzato la recitazione di tutti, dal trio principale a tutte le spalle, salvo brevi e tutto sommato non importanti piccole cadute di stile.
anche il commento musicale ha fatto più che il proprio dovere e, in definitiva, è un lavoro che consiglio a chiunque non si lasci scoraggiare da un po' di morti ammazzati.
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uno fra mille
non c'è assolutamente nulla che distingua questo show da mille altri. La storia è trita e ritrita già vista sia in campo BL sia in campo etero. l'ambientazione d'ufficio è abbastanza banale e poco plausibile. c'è questa società ramo secondario di un gruppo creato da un uomo sulla Trentina che sembra essere figlio di una famiglia proprietaria di alberghi, che sarebbe sviluppando un gioco, ma alla fine si vedono soltanto pochi impiegati riuniti intorno a una scrivania che non si sa bene che cosa facciano.il problema principale non risiede nella recitazione dei due protagonisti, che se la cavano tutto sommato abbastanza bene finché si rimane nell'ambito della commedia, quanto nella caratterizzazione dei personaggi e nella logicità delle vicende che vengono presentate.
il capitano d'azienda dovrebbe essere uno scontroso inavvicinabile pessimo soggetto, ma in realtà si scioglie come neve al sole davanti al tirocinante appena arrivato e i suoi lati così negativi non li vediamo mai.
la faccenda del furto del gioco con l'amico o ex amico del Capo è stata gestita in maniera ignobile e in realtà rimane abbastanza sospesa, senza risoluzione. così come rimane senza risoluzione la questione della denuncia per possesso di droga del ragazzino, che è fuori su cauzione ma non si sa bene che fine farà. Non tocchiamo neppure le problematiche della povera ragazza morta e dei suoi problemi familiari che vengono dichiarati ma a cui non si trova una soluzione.
La canonica separazione degli ultimi episodi è gestita in maniera pedestre, incomprensibile.
in definitiva la parte migliore di questo show è quella della commedia, che viene gestita praticamente dal solo Book, che se la cava alla grande. lo stesso Force non dimostra di essere alla sua altezza. tutti gli altri, compreso Drake, sono poco più di macchiette.
un drama più che potabile, ma decisamente dimenticabile, buono tutt'al più per passare qualche ora di divertimento alla buona, col cervello decisamente in posizione off.
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