Interminabilmente soporifero...
L'unico punto di forza della serie è come viene presentato all'inizio il legame tra i due protagonisti: una grande amicizia portata avanti sin dai tempi della scuola, promotrice quindi anche in età adulta di un rapporto piuttosto informale e piacevolmente carico di battute e considerazioni non filtrate dalle buone maniere (specie in questi luoghi dove la formalità ha un peso non indifferente).Ecco, fine dei lati positivi. La storia dovrebbe essere incentrata sull'evoluzione di tale rapporto in una storia d'amore, cosa che accade molto - ma molto, molto, molto - più avanti. Fino a quel lontano momento, è un ripetersi soporifero di situazioni e interazioni già viste. Per lo sviluppo che propone, sarebbero bastati un quarto degli episodi proposti. Davvero, una maratona non indifferente da affrontare.
La caratterizzazione dei personaggi, inoltre, non mi ha convinta del tutto: lei dovrebbe essere una sorta di piccolo genio, una donna dalle capacità così straordinarie da aver fatto carriera in breve tempo: in realtà non sembra brillare particolarmente o sprizzare acume da tutti i pori. Lui a capo di una importante società, sulla carta anche lui capace, deciso, determinato...ma in presenza dell'amica di vecchia data si trasforma in uno zerbino. L'accompagna ovunque, le regala di tutto, le prenota i ristoranti...manca poco che le metta il dentifricio sullo spazzolino da denti o le passi la carta igienica in bagno: più che un grande amico sembra piuttosto una babysitter.
Nella seconda metà (della seconda metà della seconda metà) della serie, qualcosa si muove, ma anche lì, senza grandi emozioni o scene eclatanti. Il drama si chiude con la stessa incisività con la quale è stato portato avanti tutto il tempo, ovvero senza lasciare traccia.
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One Thousand Dollar Lawyer
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Una serie a tutto tondo, originale e con un protagonista spettacolare
"One thousand dollars Lawyer" è una serie che offre davvero tanto. Al centro della scena un protagonista che non può che distinguersi, sia grazie alla bravura dell'attore che alla caratterizzazione del personaggio interpretato. Namgoong Min, brillante e formidabile come sempre, regala allo spettatore un protagonista del tutto originale e anticonformista: dagli abiti di un'eleganza a dir poco eccentrica - in special modo la fissazione per il tessuto a quadri, più o meno grandi, e l'abbinamento di colori non propriamente convenzionali - agli occhiali da sole (diverse paia, alcune abbastanza vistose), sfoggiati anche in ambienti e contesti dove sembrano davvero non c'entrare nulla, alla chioma ondulata ottenuta con l'arricciacapelli. Singolare nell'aspetto, quindi, ma anche nel carattere e nelle modalità relazionali, dove l'approccio sembra farsi spesso beffe dei convenevoli, talvolta anche del buonsenso, dando l'idea di un avvocato a dir poco sopra le righe - per certi versi un po' pazzo - che viene facilmente preso per tale ma che cela in realtà un'intelligenza, capacita e arguzia non indifferenti. Un finto tonto che sa mettere sotto scacco l'avversario, insomma. I momenti seri si stemperano in quelli divertenti, con chicche di comicità apprezzabili, mentre musica, riprese e sceneggiatura sembrano dare il loro valore aggiunto con delle sottolineature che ulteriormente caratterizzano l'originalità del personaggio (non sono poche le scene in cui tra inquadratura e colonna sonora, sembra di avere a che fare con l'eroe di un film western degli anni '80, ad esempio). Apprezzata anche la chicca presente in uno dei primi episodi, dove quando la tirocinante Baek cerca di depistarlo dall'associarla all'omonimo studio legale affermando che è un cognome molto diffuso, cita una serie di persone e, tra queste, nomina "Baek Seung Soo", protagonista di una serie tv reale (Hot Stove League") interpretata proprio da Namgoong Min, ed è quasi esilarante il commento di lui rispetto al fatto che era un ottimo drama e che meriterebbe di avere una seconda stagione. Nella prima parte la trama si sviluppa sul susseguirsi di casi che l'avvocato Cheon accetta per una parcella di 1.000 won (all'incirca 1 euro) e che vince anche se in modi tutt'altro che comuni, ricorrendo a strategie strambe ma che al contempo denotano l'arguzia celata dietro alla maschera di avvocato con qualche rotella fuori posto e facile da mettere nel sacco. I casi rappresentano un'escalation: si parte con quelli più semplici, volti più che altro a introdurre il protagonista che ad affascinare con la vicenda legale in sé - per poi passare a situazioni sempre più impegnative. Ho apprezzato che i casi non andassero di pari passo con gli episodi, spesso la loro risoluzione avviene nel bel mezzo di un episodio e già nelle scene successive s'inserisce il caso seguente. Altra cosa che ho apprezzato è che, a differenza di molte serie investigative con un caso a episodio ma che alla lunga vengono a noia, questa serie prima di incappare nella ripetitività del meccanismo vira abilmente, aprendo uno spaccato sulla vicenda personale del protagonista. E' a questo punto che si inserisce un lungo flashback, indispensabile per comprendere a meglio il presente e che spiega come Cheon sia passato dal essere il distinto, elegante e composto procuratore all'avvocato con uno studio abbastanza squallido e che gira su uno sgangherato furgoncino delle consegne del lavasecco. Due sono i personaggi chiave del suo passato: il padre, con il quale già di base c'è un rapporto particolare e che lo pone davanti alla difficile scelta tra affetto e senso della giustizia, trovando poi un tragico epilogo; l'avvocato della parte avversaria ma che, paradossalmente, fa il tifo per lui in nome del valore della giustizia. Una donna che lo affascina, che lo sostiene, che gli indica una direzione per una nuova vita, che crede in lui e in ciò che può diventare anche a livello di essere umano (l'invito a sorridere più spesso, a ridere e a mostrare quel lato divertito, piacevole e cordiale che lui cerca evidentemente di sopprimere). L'attrice che interpreta il personaggio non è tra le mie preferite: ha già lavorato con l'attore protagonista e il duo funziona anche, ma mi ha sempre ispirato una innata antipatia, per cui la sopporto meglio quando interpreta personaggi della schiera dei cattivi (o quasi) come in "My dearest". Qui invece è la perfezione fatta a donna: dolce, gentile, retta, fedele a lui e portata a credere alla possibilità di un mondo migliore e più giusto, pronta a lasciare il cinico studio legale per il quale lavora e avviare un'attività in proprio (sarà lei a decretare la famosa parcella da 1000 won), oltre a portare l'inflessibile procuratore a farle una proposta di matrimonio. Ripeto, figura senza difetti che con la sua tragica e prematura dipartita diventa praticamente una santa, lasciando Cheon straziato dal dolore e segretamente desideroso di vendetta. L'ultima parte della serie torna al presente, i casi incominciano a intrecciarsi a questioni legate al passato (del resto misteri e segreti lasciati in sospeso debbono trovare una ripresa - e una degna conclusione - nel presente, altrimenti non avrebbero senso),ma lui appare cambiato: l'aspetto resta singolare, ma più contenuto, quasi una via di mezzo. Idem a livello caratteriale, dove sembrano sovrapporsi le due diverse personalità, il procuratore che era e l'avvocato che si è lasciato il passato alle spalle, per delineare finalmente un personaggio completo di tutte le sue parti. Bello il rapporto con la tirocinante, di carattere e fatto di punzecchiamenti vari, non come quello un po' troppo morbido che c'era con l'ex fidanzata. Peccato non sia sfociato in una nuova relazione, ma il drama è talmente bello di suo che posso anche perdonargli la mancanza di un romance. Simpaticissimo il capo ufficio Sa, elemento sano e divertente, che bilancia spesso il clima della situazione. Più sterili invece i personaggi secondari della procura. Tra gli attori, ho apprezzato in particolare modo quello che interpreta il sig. Baek, nonno della tirocinante e presidente dell'omonimo studio legale: attore che ho già visto in altre serie e che da sempre un valore aggiunto come personaggio secondario (data l'età è sempre il nonno/padre di qualche protagonista). Concludendo, quindi, una serie davvero bella e davvero meritevole, dove regia, sceneggiatura e riprese davvero hanno svolto un ottimo lavoro e si vede, anche se il vero punto forte è l'attore principale che, oltre che bravissimo come sempre, ci regala un personaggio unico nel suo genere ma che a tratti ricorda tanto altri personaggi ben riusciti da lui interpretati (Doctor Prisoner, per l'astuzia e il lato stratega, Chief Kim per la stravaganza ed eccentricità, My dearest e Hot Stove League per i difficili rapporti familiari, Beautiful Gong Shim per la ricerca di sé stesso...e potrei citarne altri: nell'avvocato da 1000 won c'è un po' - forse il meglio - di ognuno di loro.Vond je deze recentie nuttig?
Better A Lie Than A Truth
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In linea di massima l'idea per una serie non certo originale ma potenzialmente piacevole c'è. Il problema è lo sviluppo, che nel concreto risulta frettoloso e superficiale: i passaggi non sono sempre lineari, in alcuni casi le forzature sono davvero palesi, senza un grande sforzo a sorreggere l'impalcatura della sceneggiatura, che definirei per l'appunto traballante.
Diciamo che l'idea era anche graziosa, ma il risultato lascia un po' a desiderare.
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Breve drama dalla trama non ambiziosa ma dal taglio gradevolmente vivace
Drama cinese insolitamente - e piacevolmente - breve. Gli intrecci che vengono a galla nel corso della serie descrivono una trama non particolarmente originale o ambiziosa. La storia va un po' presa così com'è, con tutte le ovvietà e i limiti che la caratterizzano. L'aspetto che forse più la penalizza sono i toni melodrammatici degli ultimi episodi, davvero esagerati per la vicenda in sè.Dopo questa premessa affatto edificante, passiamo ai punti di forza, perchè ci sono. Il tema della differenza di età in questo caso è vincente (e lo dice una che salta a piedi pari i drama in cui il protagonista è molto più giovane della "lei" di turno, questo perchè la coppia donna matura-giovane uomo non mi affascina minimamente). Eppure qui funziona, forse perchè invece di dipingere forzatamente lui come un ragazzo più maturo della sua età, quasi a volerlo portare a livello dell'adulta con la quale si interfaccia, la differenza di età viene paradossalmente sottolineata da mille battute - in primis i nomignoli, "Studente Gu" e "Signorina Jin" - che vanno ad alleggerire e rendere divertente un aspetto che altrimenti si veste dei soliti, scontatissimi approcci e cliché. Sicuramente Bei è un ragazzo serio, ma mi è piaciuto che resti un giovane uomo e non lo si dipinga come un adulto maturo. Rongrong è sicuramente un'adulta, ma per quanto riguarda la sfera amorosa decisamente inesperta - al pari di lui - e questo aspetto va un po' a colmare il distacco anagrafico. Se a livello di performance l'attore è passabile ma non particolarmente performante, devo dire che invece la protagonista mi ha davvero stupita piacevolmente, sia l'attrice in sé (che mi ricorda tanto la bravissima Zhang Jing Yi, protagonista di "Fall in love" e "Lighter & Princess), sia l'interpretazione del personaggio, che offre allo spettatore una protagonista pulita ma intraprendente, capace e intelligente ma sentimentalmente inesperta, e soprattutto spesso diretta e altrettanto spesso quasi senza pudore. Proprio questa caratterizzazione consente di portare in scena dei momenti a loro modo nuovi - e a tratti esilaranti - come i tentativi di approccio durante la visione di "Titanic".
Fiacco il pairing - se così lo si può chiamare - secondario. C'era un potenziale buono, ma che non è stato sfruttato a causa dello sviluppo - discutibile - del personaggio proposto come fratellastro/corteggiatore respinto/compagno di università (inizialmente lo si inquadra con sospetto, poi lo si rivaluta, ma alla fine si arriva a una situazione che non è né carne né pesce, non un buono ma nemmeno un buon cattivo... Direi piuttosto deludente, insomma).
Concludendo, non una grande storia - affatto - ma sicuramente con un taglio un poco diverso dal solito. Ponendo queste come aspettative, la visione si rivela graziosa e simpatica.
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Serie senza spina dorsale che non merita il tempo della visione
Brutta, bruttissima fotocopia di altri drama cinesi che propongono un romance ambientato tra squadre mediche-di salvataggio-vigili del fuoco et simili. Già le altre che mi vengono in mente non sono fiori all'occhiello, nessuna produzione veramente meritevole, ma questa la si poteva benissimo evitare del tutto. Il romance non ha carattere, il contesto degli interventi della squadra antincendio e degli operatori medici non ha carattere, i protagonisti non hanno carattere. E' una cosa buttata lì, senza spina dorsale, incapace di muovere anche solo il minimo passo. Da dimenticare/evitare.Vond je deze recentie nuttig?
Dame na Watashi ni Koishite Kudasai
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Breve e dispersiva
Commedia che non riesce a dosare per niente i tempi - notoriamente brevi nei drama giapponesi che contano solitamente non più di una decina di episodi - e tende a divagare in modo inutile. La fine di uno dei primi episodi sembra innescare la miccia, ma si tratta in realtà di una falsa partenza. Si torna a riservare spazio e scene ai rapporti di lei con gli altri e di lui con le altre. Non sono tutte vere e proprie relazioni, ma comunque accenni, che coinvolgono talmente tanti personaggi da formare addirittura un esagono, al posto del classico "triangolo" amoroso.Va da sé che la coppia principale non ha grande margine di sviluppo: ci sono dei momenti apprezzabili, ma sono davvero pochi - pochissimi - che riescono a ritagliarsi un posticino tra un episodio e l'altro. Anche nel finale si arriva a fare il focus su di loro praticamente agli sgoccioli, negli ultimissimi minuti.
E' un peccato, perchè la coppia in sé funziona anche e aveva un buon potenziale. Doveva essere il fulcro centrale della serie e invece ha preso le vesti di un contorno in un menù di troppe portate.
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Una delle migliori serie del 2024: cast di prim'ordine e trama accattivante
Per quanto mi riguarda, uno dei migliori drama del 2024, anno che tra l'altro non sta regalando molte produzioni meritevoli. Ero a caccia di un buon romance da un paio di mesi e, dopo una sfilza di serie davvero deludenti, opto per "I revisori", nella speranza di un drama investigativo affiancato da una love story. Paradossalmente, non ho trovato nemmeno l'ombra di un romance. E, ancora più paradossale, non ne ho sentito la minima mancanza, divorando un episodio dopo l'altro. Questo perchè la serie cattura fin dall'inizio: trama interessante, tempi e sviluppi ben ponderati, attori di prim'ordine.Due gli attori che fanno da colonne portanti, uno per me nuovo (Shin Ha Kyung) e una conoscenza di vecchia data (Jin Goo).
Il primo, nuovo per me ma che calca la scena dei kdrama da parecchio, sembra calarsi perfettamente nel ruolo dell'inflessibile capo del team dei revisori, Sin Cha Il. E' un uomo integerrimo e tutto d'un pezzo, tutto logica, regole e giustizia. Implacabile nel suo lavoro, vive una vita che non contempla le relazioni umane e non conosce il significato della parola "fiducia".
Poi c'è Jin Goo - attore che ho apprezzato nel pairing secondario del famosissimo kdrama "I discendenti del sole" - e che in questa serie spicca come non mai. Affascinante dal punto di vista estetico, più snello e meno massiccio di come lo ricordavo, con una chioma lunga che generalmente negli uomini non riesco mai ad apprezzare ma che, sorprendentemente, nel suo caso - capelli sciolti o raccolti che siano - gli donano davvero, rendendo i lineamenti del volto altrimenti molto marcati un po' più affusolati. Una recitazione, la sua, di alto livello, necessaria per portare in scena un personaggio così complesso: il vicepresidente è forse il protagonista con più sfaccettature, inizialmente difficile da inquadrare. Se il capo revisore resta sostanzialmente una costante per tutta la durata della serie, il vicepresidente mostra davvero molti volti, che lo portano ad essere prepotente e arrogante, disposto a sporcarsi un po' le mani, ma anche affettuoso e protettivo verso le persone che gli stanno a cuore, determinato nei confronti dell'azienda, tutt'altro che sprovveduto rispetto alle macchinazioni della sua famiglia e capace di riconoscere il merito a chi di dovere. Ho apprezzato che l'inizio della storia mettesse tutto in discussione: il confronto tra il giovane impiegato - tanto fiducioso nel prossimo da risultare eccessivamente ingenuo - e il capo revisore, e lo scontro tra quest'ultimo e il vicepresidente, che è sembrata un po' come una dichiarazione di guerra tra protagonista e antagonista. Ben presto però le carte vengono rimescolate e ci troviamo di fronte ai due protagonisti nelle vesti di un eroe e di un antieroe. Due situazioni diametralmente opposte, quasi insofferenti l'uno rispetto all'altro: il vicepresidente non tollera il capo revisore, così ligio alle regole. In realtà è la consapevolezza di non potersi permettere il lusso di fare solo ciò che è giusto, a infastidirlo. Il revisore, dal canto suo, è l'eroe senza macchia (o quasi) e senza paura ma che, per poter essere tale, diffida di tutti e vive una vita di totale solitudine.
Da due personaggi così splendidamente ritratti non può che nascere una bellissima bromance, già che con l'avanzare degli episodi tra i due si instaura pian piano una forma di reciproco rispetto pur non apertamente dichiarato (e qui mi ha ricordato un po' serie come Chief Kim e Doctor Prisoner, in merito alle alleanze inizialmente improbabili). Molto ben delineati anche i personaggi secondari, soprattutto i due giovani revisori: lui, inizialmente ingenuo e diffidente nei confronti del nuovo capo, non perde la sua umanità ma comprende il valore dell'imparzialità nel suo lavoro e finisce per vedere in Sin Cha II il suo mentore (la scena finale, devo dire, mi ha commossa); lei è al contrario una ragazza giudiziosa e concreta, palesemente corretta e determinata, difficilmente influenzabile. Non solo riesce a trovare un equilibrio tra l'incarico nel team dei revisori e il legame familiare che ha nei confronti del vicepresidente, ma il vicepresidente stesso sembra quasi voler fare ammenda a tutto ciò che di sbagliato è costretto a compiere attraverso il modo in cui tutela la "nipote" da qualsiasi coinvolgimento nei suoi affari e, addirittura, la sprona a seguire le direttive del capo revisore e a fare del suo meglio in ambito lavorativo.
I cattivi in questa serie non trovano grande spazio: ci sono - alcuni molto corrotti, altri che commettono errori più per debolezza che per altro - ma non calcano la scena più di tanto, oscurati dai sopracitati personaggi principali che sono il vero motore della serie. Gli episodi sono ben distribuiti, come numero e nell'evoluzione della vicenda: è un drama che ha davvero diverse buone carte da giocare e sa quando mettere sul tavolo la successiva prima che quella già scoperta in precedenza venga a noia.
Concludendo, una serie del 2024 che possono finalmente dire meriti davvero di essere vista. Indipendentemente dal genere preferito - il mio, dicevo, è un altro - ritengo che non possa non essere apprezzata.
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L'effetto sorpresa - se voleva esserci - non c'è stato: già dal primo episodio l'indizio è abbastanza evidente, non ci vuole molto per capire la natura del segreto che i protagonisti nascondono (forse non nei dettagli, ma a grandi linee le idee sono ben chiare). Personaggi - e pairing - secondari accettabili. Ho apprezzato la recitazione della FL più che del ML, mentre di solito è il contrario. Se siete indecisi tra le mille commedie romantiche cinesi da una trentina di episodi, questa almeno non si rivelerà una fotocopia di una serie già vista.
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Nell'idea posso capire quale fosse l'obiettivo e il significato, nel concreto però è un film davvero buttato lì senza troppa cura.
Molti i passaggi poco coerenti, manca l'evidente sforzo di dare alla successione degli eventi un nesso logico che sia in piedi.
Strappa giusto la sufficienza per i momenti di apprezzabile convivenza tra i protagonisti. Ma da qui a parlare di una trama, ce ne passa.
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Hapimari: Happy Marriage!?
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Buona la recitazione della protagonista, poco espressivo invece Hokuto. Come coppia funzionano abbastanza, ma nessuna chimica da scintille.
A mio avviso sarebbe stata una serie meglio riuscita se l'obiettivo fosse stato un po' più ridimensionato: avrei puntato a una semplice commedia romantica senza risvolti particolari, mentre in questo caso tutta la questione dei difficili rapporti familiari, piani di rivalsa, rancori poco sopiti legati ad eventi tragici del passato... forse è stato chiedere un po' troppo. E' una trama di nome ma non di fatto, la tematica viene affrontata in modo abbastanza superficiale - d'altronde è chiaro che gli strumenti in partenza sono pochi - e col passare degli episodi invece di poter apprezzare una visione leggera ma piacevole ci si trova ingarbugliati in una matassa allo stesso tempo disordinata e inconsistente.
Passabile, ma nel suo genere sono altri i titoli che terrei in considerazione.
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Partiamo da questo film: storia non originale tra la ragazza apparentemente insignificante e il ragazzo più popolare della scuola. Complice una serie di eventi, finiscono per convivere di nascosto. Lui oscilla tra il freddo e l'arrogante, in generale un carattere piuttosto chiuso; lei più diretta e solare, a tratti quasi impacciata. Mi ha ricordato molto il drama "Good morning call" e, per alcuni versi, anche "Itazura na kiss: love in Tokyo". Protagonisti ben assortiti, allineati anche a livello di recitazione (prova buona ma sicuramente non eccellente, sulla capacità di trasmettere le emozioni al pubblico c'è ancora molto lavoro da fare).
Trama scontata e che non rappresenta palesemente l'obiettivo della serie (il fulcro è sostanzialmente la storia tra i due). Lo sviluppo non sempre lineare, l'ex ragazza/amica d'infanzia s'inserisce male nel contesto e il suo senso quale elemento di disturbo - tra eventi presenti e vicende passate - rimane un po' avvolto nella confusione e a tratti anche privo di senso.
Spostandoci sul sequel, il primo punto pesantemente negativo salta all'occhio: gli attori protagonisti non sono più gli stessi. Spiacevolezza fortunatamente non cosi frequente nei film/drama, ma qui purtroppo va così. Dei personaggi del primo film viene conservato giusto il nome e poco altro: il nuovo Shu è inconsistente e insipido come pochi...mentre Aoi passa dall'essere una ragazza relativamente piacevole a quel piccolo impiastro di attrice che ha affossato anche un bel drama quale "An incurable case of love". Attrice che qui si ripropone come una fotocopia del personaggio del drama sopracitato (stesso taglio di capelli, stessa mimica facciale, quasi stessa caratterizzazione del personaggio). E' un'attrice - o un personaggio - che si subisce in tutti i sensi: impattante, snervante, fastidiosa ma - per sfinimento - forse anche un po' buffa. Brutta quindi l'idea di cambiare il cast e discutibile la scelta dei sostituti. L'unico pregio di questo sequel è di seguire le vicende "di coppia" (sono purtroppo molti i film/drama che non ci regalano una seconda stagione dopo il primo lieto fine). Per il resto anche qui lo spessore della trama gareggia con un foglio di carta velina, al posto dell'ex ragazza abbiamo il cugino di lui, e di altri grandi novità all'orizzonte non se ne vedono.
Trattandosi di un tempo ridotto - alla fine parliamo di due film - la visione ci può anche stare. Senza aspettative diverse da quelle che si possono avere, può anche filare tutto liscio e portare a casa un giudizio poco più che sufficiente.
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Aspettative decisamente disattese...
Tenevo da parte questo titolo per i "periodi di magra": vuoi che il 2024 non si sta rivelando affatto ricco di produzioni valide, vuoi che degli anni precedenti inizio a temere di aver già visto il meglio sulla piazza... Reduce da alcuni drama di discutibile qualità ho pensato fosse il caso di giocarmi la carta "Black", per tirarmi su il morale e aggiungere finalmente un altro titolo alla lista dei preferiti. L'aspettativa era decisamente alta: un romance tra un Tristo Mietitore e una ragazza umana capace di vedere le ombre della morte. Mi aspettavo qualcosa in stile Goblin, o Korean Odyssey, credo. Ma invece di una bella storia d'amore contornata da un po' di azione, indagini e mistero, mi sono ritrovata davanti una serie più incentrata sul genere thriller che sul resto, con lo sviluppo della love story abbastanza discutibile (altro che slow burn...fossimo in ambito culinario sarebbe una lunga, lunghissima cottura a bassa temperatura). Non mi sono piaciute tutte le questioni legate alle identità celate, che vengono trascinate praticamente fino alla fine, mentre la speranza era che la protagonista venisse a conoscenza quasi subito dell'identità del Cupo Mietitore per vedere poi la coppia, affiatata, procedere salda nello sviluppo della trama. La vera identità di lui è abbastanza facile da intuire, se voleva essere un super colpo di scena...beh, non lo è stato. Il finale non merita nemmeno di essere commentato, ha avuto il solo pregio di non farmi minimamente vacillare nel mio giudizio tutt'altro che positivo, anzi, ha praticamente dato il colpo di grazia.Vond je deze recentie nuttig?
Drama, anche questo cinese, anche questo ambientato nella Shanghai degli anni '30.
Durata - in termini di episodi - però doppia, e meno incentrata sul romance, o meglio, un minor equilibrio nell'intreccio tra la storia d'amore e gli intrighi.
Dal punto di vista dei personaggi, ho apprezzato esteticamente la protagonista, meno invece il personaggio maschile principale. Dubbi anche sulla caratterizzazione: lei spesso prende decisioni discutibili, lo spettatore difficilmente riesce a immedesimarsi. Lui, poco incisivo: come il superbo Tan Xuanlin di "Fall in love" è sicuramente molto intelligente e intuitivo, anche un pochino strategico nelle sue pianificazioni (mai come l'altro), ma manca di fascino, di quell'aura che incute un reverenziale timore che caratterizzava invece comandante Xuanlin. Certo, il contesto può influire, qui abbiamo un banchiere con un passato da povero garzone alle spalle, dall'altra parte il capo di un armata militare (l'austerità fa pendant con la divisa, dopotutto). In una commedia di intrighi e strategie, non mancano certo segreti e sospetti. In questa serie però il sospetto s'insinua spesso tra i due protagonisti, che si nascondono tanto a vicenda. Nell'altra - il paragone è più forte di me - la coppia non vacillava quasi mai: lei a volte non capiva subito gli intenti o le mosse strategiche di lui, ma c'era una fiducia incondizionata di base che è stato un vero valore aggiunto alla storia, valore che in questa serie è mancato. Al contrario, qui la coppia protagonista è ben poco salda, tant'è che non solo viene messa alle prove più volte, ma spesso crolla proprio, con conseguenze anche irreparabili. Complessivamente direi che si tratta di un drama abbastanza buono, discreto, ma nulla di più. Temo proprio di aver già visto la serie migliore di questo filone e la ricerca di qualcosa che sia allo stesso livello continua a portarmi a paragoni un po' deludenti o critici. Forse, per apprezzare al meglio questa serie, il giusto consiglio è di guardarla PRIMA di vedere "Fall in love".
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Insipida e piatta rivisitazione di una serie di successo
Adattamento non ben riuscito del memorabile "Fated to love you", drama coreano di una decina di anni fa.La trama a grandi linee è la stessa, ma con quasi il doppio degli episodi (e la noia che, di conseguenza, incalza).
Recitazione appena sufficiente, sceneggiatura fiacca, scarsa capacità di emozionare. La severità di questo giudizio è probabilmente influenzata dal paragone con l'altro drama - paradossalmente ho preferito la protagonista di questo, rispetto all'altra che proprio non soffrivo - ma in "Fated to love you" la colonna portante era l'attore protagonista, Jang Hyuk, professionista poliedrico e originale, capace di dare vita a personaggi unici e indimenticabili, oltre a bucare lo schermo dal punto di vista delle emozioni.
Con alle spalle un predecessore di tale successo, il nuovo "You are my destiny" non può che apparire come un'insipida minestra riscaldata. Il consiglio quindi è: guardate la versione coreana e dimenticatevi di questa.
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