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Un film di alto livello, per significato, trama, sceneggiatura e recitazione
Che dire, un piccolo gioiello. Aspettavo da tantol'uscita di questo film, sia per la presenza di uno dei miei attori preferiti - Song Joong ki - sia per la trama che vedeva il protagonista in fuga dalla Corea del Nord. Lo spaccato della vita di Loh Kiwan in Corea del Nord si inserisce come flashback poco dopo il suo arrivo a Bruxelles. Ciò che lo muove è esclusivamente l'istinto di sopravvivenza e la determinazione a farlo al meglio delle sue possibilità (passaggio fondamentale, perchè disposto a rinunciare ai propri valori solo quando ha esaurito tutte le alternative possibili). Loh Kiwan si lascia la Corea del Nord alle spalle, la fuga riuscita ha il sapore della salvezza, ma la realtà si dimostra subito ben diversa: l'accoglienza è solo di nome, la burocrazia contorta è insensibile quanto il trattamento riservato ai nuovi arrivati. Lo osserviamo quindi annaspare mentre la sua situazione volge sempre più in miseria, e paradossalmente il ricordo del giorno del suo compleanno, mentre gustava un piatto in compagnia della madre, benché prigioniero del proprio Paese, sembra preferibile allo stato di totale abbandono e degrado in cui versa ora che si trova in uno Stato dove per assurdo ha sede la Corte europea dei diritti dell'uomo. Un paradosso che stride e risalta in modo netto e inequivocabile. L'unico su cui può contare resta sé stesso: non la Corea del Nord, non le istituzioni belghe, e nemmeno le persone con le quali interagisce, come ad esempio la collega di lavoro alla quale si affida, ma che a sua volta si troverà nella condizione di non poterlo aiutare, suo malgrado. E' una guerra tra poveri, un meccanismo che lui disinnesca nel momento in cui si mette in gioco per Marie. Il finale è abbastanza prevedibile, ma sarebbe mancato un messaggio di speranza, se si fosse optato per altre soluzioni. Il passaggio a mio avviso più bello è quando lui lascia il Belgio, rendendosi davvero "libero" per la prima volta in vita sua. Perchè di fatto, benché la fuga dalla Corea del Nord avesse come obiettivo conseguente la possibilità di poter rimanere di diritto a Bruxelles, questo diritto si rivela al tempo stesso ancora una prigione: non può lasciare la Corea perchè contro la legge, ma sempre la legge lo tiene sotto scacco in Belgio, perchè andarsene equivale a rinunciare allo status di rifugiato. E' nel diritto ad abbandonare un posto, che sia la Corea, il Belgio o qualsiasi altro luogo, che risiede il concetto profondo di libertà sul quale ruota l'intero film. Passando alla recitazione, un'ottima prova per Song Joong Ki: è un attore di grande carisma e fascino, che ha avuto modo di dimostrare come sa brillare rivestendo ruoli con queste caratteristiche (Vincenzo, tanto per citarne uno), ma che in Loh Kiwan si mette veramente alla prova, trasandato nell'aspetto - mi sfugge il perchè dei nei disposti quasi come una costellazione sul volto - e senza quella forza fisica e agilità che ci ha abituato a vedere in altri suoi lavori. La forza del personaggio è tutta interiore, un misto di determinazione e forza di volontà che lo fanno andare avanti, sempre e comunque. Per quanto io lo preferisca quando interpreta un altro tipo di personaggi, non posso non riconoscere che in questo caso, proprio perchè lontano anni luce dai ruoli che sappiamo gli riescono alla perfezione, la sua recitazione acquisisce per assurdo un valore aggiunto. Un film da non perdere. Davvero.Vond je deze recentie nuttig?
Deludente su tutti i fronti, una serie da dimenticare...
Credo di poterlo definire un drama che non puntava in alto, ma che - a conti fatti - poco ci mancava precipitasse.Niente di nuovo e il già visto è riproposto pure male. Manca la trama, ma con un buon romance posso farne anche a meno. Il problema è che manca anche una buona storia d'amore. Mancano attori validi, l'attrice protagonista in particolare non mi ha convinta, mi irritava anche solo vederla. Manca tutto, insomma.
Non c'è una scena - e dico una che sia una - che potrei salvare. Quando assegno valutazioni negative spesso lo faccio parlando di spreco di potenziale, di opportunità non colte, ecc. Ma qui, la materia prima scarseggiava già in partenza, su tutti i fronti (dalla scelta degli attori, alla sceneggiatura, alla trama, all'idea di base).
Da dimenticare, se si è visto. Da non vedere, se si è ancora in tempo.
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Un cast sprecato per un drama piatto e superfluo
Quando ho letto di questo drama poco prima che iniziasse ad andare in onda, qualche perplessità già ce l'avevo. La trama sembrava già mancare di sostanza. Però c'era Ji Chang Wook, attore che apprezzo moltissimo, e speravo davvero di ricredermi, magari già dopo i primi episodi. E invece...Invece no.
Qualche nota positiva c'è, e a volte è contemporaneamente negativa. Se da una parte l'ambientazione è diversa dai soliti drama, alla lunga stufa. E 16 episodio sono lunghi da trascorrere tra immersioni subacquee, previsioni meteo e i cortili di un piccolo paesino. Se Seul rappresenta la frenesia, Samdal-ri è un luogo placido e tranquillo, molto placido e molto tranquillo. Senza pretese, con il suo piccolo, ripetitivo e ordinario quieto vivere.
La trama ruota attorno al ritorno di Sam dal, autoesiliatasi per anni a Seul, e ora pronta a partire alla riscoperta di sé stessa. In realtà, il suo personaggio non mostra una particolare evoluzione e ciò che costituisce l'ostacolo che la coppia protagonista deve fronteggiare sono sostanzialmente il padre di lui, ostile alla relazione e in balia di un lutto che non riesce a superare, e la madre di lei, che con la sua boa a fiori tiene sostanzialmente ancorato Cho Yong-pil all'isola. Tutto qua.
Tasto dolente è proprio lui Yong pil: un personaggio inconsistente, un bravo ragazzo così esagerato da risultare tonto, più che sincero e genuino. Ed è stato davvero un colpo basso vedere un attore con il potenziale di Ji Chang Wook sprecato - e sottolineo sprecato - in un ruolo/drama che offre davvero così poco. Un attore tra i miei preferiti, ma i cui capolavori come Healer, K2 e Suspicious Partner sembrano ormai vecchi ricordi se paragonati agli ultimi lavori, dove finisce a rivestire i panni di protagonisti poco performanti in drama costruiti su sceneggiature che sembrano fin da subito non voler lasciare il minimo segno. Al contrario, ho apprezzato l'attore che interpretava il padre di Yong-pil, e anche la madre di Sam-dal (la mitica e indimenticabile Ahjumma di Healer).
La serie, dicevo, procede con quelli che vorrebbero essere dei piccoli colpi di scena ma che in realtà trasmettono ben poco, e si avvia verso un finale che lascia ancora qualche flebile speranza di veder decollare qualcosa, per poter dire che tutto sommato ne è valsa la pena di vederlo, tra alti e bassi. E invece no, nemmeno quello. L'ultimo episodio, se possibile, riesce solo a peggiorare la situazione: la tanto attesa mostra di Sam-dal si risolve in modo quasi frettoloso, certo i soggetti delle foto erano scontati, ma confidavo almeno in qualcosa di più toccante - mi sono chiesta per molte puntate che fine avrebbe fatto quel filo rosso, e invece è tornato ad essere una banale sciarpa inquadrata quasi per caso per una manciata di secondi - e gli stessi protagonisti e personaggi secondari sembrano non averla vissuta, figuriamoci chi sta dall'altra parte dello schermo e dovrebbe emozionarsi per riflesso. La puntata finale si consuma, minuto dopo minuto, nell'attesa di qualcosa che non ci sarà: le varie coppie si ritagliano una fetta dell'episodio per concludere le singole vicende, e ai protagonisti non resta che una breve, brevissima scena a dir poco insulsa. E sembra uno scherzo di cattivo gusto, ma lo spettatore a una certa non può che rassegnarsi al fatto che no, non c'è davvero nient'altro. E' tutto lì. Insipido e sbrigativo.
Qualcosa di apprezzabile, qua e là, c'è. Qualche spunto, qualche riflessione, qualcosa c'è. Ma è un qualcosa che doveva fare da perno centrale, mentre invece restano piccoli momenti che emergono da una trama spesso soporifera. Un drama superfluo, del quale non si sentiva la mancanza.
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Yu Jian Ni Di Na Yi Tian
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Drama basic, piatto e fiacco
Serie che sulla carta sembra offrire ciò che spesso vado cercando: una visione leggera e spensierata, pur satura di cliché ma con un buon romance capace di emozionare (ultimamente non sono in vena di serie/film troppo impegnativi, apprezzo ancora quelle produzioni che si pone l'obiettivo di intrattenere e basta, se con qualche battito mancato e lacrimuccia di commozione in più, meglio ancora).Il tenore leggero e disimpegnato si avverte fin dall'inizio, l'infinita serie di cliché e coincidenze sono come da copione presenti, ma sono sempre stata una loro sostenitrice se fatti come si deve, e il tema della convivenza/matrimonio/finta relazione spiana sempre la strada a questa serie di scene e momenti di coppia apprezzabili.
Non ho trovato una storia impegnativa o di spessore: non la cercavo e non me l'aspettavo. Eppure a visione conclusa fatico a dare un voto che non sia una mera sufficienza. Questo perchè è venuta completamente meno la parte emotiva. Coinvolgimento: zero; emozioni suscitate: zero. Gli episodi di susseguono trascorrendo in un letargico torpore che trasmette davvero ma davvero poco. L'attrice protagonista passabile, quello maschile un grande buco nell'acqua: l'attore sbagliato nel ruolo sbagliato. Risulta perennemente poco espressivo, nella mimica, nel portamento, nel modo di recitare. Il ruolo di direttore di un'azienda resta un incarico sulla carta e non va oltre: manca di carisma, intraprendenza, determinazione. Personaggio fiacco e inconcludente, quasi remissivo, poco convincente anche nelle poche scene in cui sembra voler mostrare di avere il polso della situazione. Peccato perchè invece la sua interpretazione da protagonista nella BL mascherata da Bromance "Resta con me" era stata davvero notevole. Il pairing secondario senza infamia e senza lode, non affossano ne risollevano le sorti di una serie che poteva fare poco ma bene, e invece fa poco, male e a fatica. Tranquillamente evitabile.
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Bellissima serie, ma vincolata a un sequel necessario
BL made in Taiwan che ricorda tanto "Stay with me" (drama cinese del 2023), in primis per via del fatto che i protagonisti sono due adolescenti fratellastri (non consanguinei)Ho seguito con alte aspettative questa serie, molte ripagate, alcune altre un po' disattese. E' sicuramente una serie di qualità, dove i sentimenti si sentono senza bisogno di gesti epici, ma dove anche i momenti più apparentemente banali possono suscitare emozioni intense. Anche sotto questo aspetto mi ha ricordato molto la serie cinese sopracitata, ovvero nell'elegante capacità di emozionare senza dover ricorrere per forza all'esplicito.
Dato però che si tratta di una BL e non di una bromance, avrei comunque apprezzato un'evoluzione verso un rapporto di coppia: la chimica tra i due attori è notevole, riescono a far percepire il forte legame, ma nei fatti e nelle parole si procede ben poco. Dopo i primi due baci nati per gioco/ripicca, scordiamoci qualsiasi altra scena esplicitamente romantica, insomma. Certo, ci sono alcuni abbracci, alcune frasi, alcuni momenti e sguardi che trasmettono davvero molto, ma alla lunga lo spettatore qualcosa di più se lo aspetta. La storia è bella, delicata ma allo stesso tempo intensa. I personaggi protagonisti sanno farsi apprezzare fin da subito - forse tra i due un punticino in più lo strappa Tian, per quanto mi riguarda - a conferma dell'ottima prova di recitazione e di una sceneggiatura che non ha sorvolato sui dettagli.
Di contro, gli episodi sono stati troppo pochi, e molte scene non indispensabili sembravano rubare ulteriore tempo. Ad ogni puntata da una parte mi sembrava che la storia, per il ritmo e l'evoluzione, ne richiedesse ancora di più, mentre di fatto il conto alla rovescia dei 12 episodi totali andava diminuendo. Per di più nel penultimo episodio viene inserito un importante aspetto che riguarda il rapporto di Tian con il padre, elemento che trovo un po' assurdo inserire senza avere poi il tempo di gestirlo e contestualizzarlo come si deve. La serie ormai era agli sgoccioli, e invece di portare a termine le tante questioni in sospeso sembravano aggiungersene di nuove. Di fatto, appunto, la serie si conclude con tanto, ma tanto, in sospeso. L'episodio finale non può definirsi tale, assomiglia più che altro alla scena clou di un film prima dello stacco della pausa pubblicità, semmai. Invece qui la serie finisce proprio così, la scelta di Wang ha un senso ma evolve nel completo non detto (non c'è un confronto tra i due, un vero dialogo...è forse l'episodio in cui la comunicazione è ridotta davvero ai minimi termini, e stiamo parlando dell'epilogo, quindi quasi un controsenso).
Ripeto, serie bellissima - al momento forse la migliore BL del 2024 - ma che posso davvero reputare tale solo se ci sarà un seguito, altrimenti non può che essere considerata incompleta (e, no, mi spiace, ma il "finale aperto" è proprio un'altra cosa). Resto in una fiduciosa attesa del seguito - in questo caso lo considero proprio dovuto - nel quale affrontare tutto ciò che è rimasto in sospeso e vedere soprattutto il legame tra i due tradursi in una coppia concreta.
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Una sola parola: spettacolare!
Che io riesca a guardarmi un'interminabile drama cinese di oltre 30 episodi senza lamentarmi è cosa difficile. Valutarlo 9 stelle abbondanti su 10 è cosa ancora più unica che rara. Questa serie è stata a tutti gli effetti una piacevole sorpresa.Incuriosita dall'immagine di locandina - più che dalla trama - temevo il solito drama prolisso, ridondante e senza uno sviluppo vero e proprio. Invece ho scoperto una serie che ho divorato, episodio dopo episodio.
Il genere è il mio preferito: una grande storia d'amore inserita in un contesto militare e con un'ambientazione storico recente (inizio-metà XX secolo). Va detto, non sono tantissime le serie che presentano questi requisiti (tanti drama storici sono ambientati in epoche più remote, a volte mescolati col genere fantasy). Alle spade e capigliature chilometriche prediligo personalmente il fascino della divisa e armi a fuoco.
Molti sono gli aspetti che ho apprezzato:
- riprese, ambientazione, cura per i dettagli di un periodo storico che è davvero un piacere guardare;
- i colori e le luci: anche nelle scene più dinamiche e più cupe, c'è come un'aura di luminosità che pervade la scena, come se i protagonisti fossero sempre al centro di un palco. Le tonalità sono spesso calde, la luce diffusa conferisce la sensazione nostalgica di un tempo passato, contrastando splendidamente con le immagini perfettamente nitide, come se stessimo vivendo delle fotografie del passato.
- la storia, complessa e ricca, mai scontata, dove gli intrighi e i personaggi secondari hanno veramente un senso e non sono piazzati lì come figure di contorno
- a differenza di altri drama ambientati nello stesso periodo, in questa serie il romance resta sempre in primo piano, senza lasciarsi inghiottire da mille personaggi secondari e mille questioni militari che rendono la trama difficile da seguire. Il contesto c'è, ma non è prevaricante, insomma.
- la protagonista, determinata e schietta, oltre che intelligente e perspicace, perchè di fanciulle timide e snevevoli ce ne sono in giro fino troppe;
- l'affiatamento nella coppia principale, dove una volta instaurato e consolidato il legame non ci sono triangoli o crolli di fiducia reciproca (anche nel momento più difficile, la fiducia non viene di fatto meno). E' bello vedere come lei, astuta più degli altri ma non tanto quanto lui, sia quasi sempre la prima a capire i veri intenti che Xianlin nasconde dietro ad azioni apparentemente noncuranti.
- ho apprezzato la presenza di altri pairing oltre a quello principale, ben costruiti e a loro volta con ostacoli che si stagliano via via all'orizzonte, in particolare modo quello tra la sorella minore del protagonista e il giovane Pei.
- ma soprattutto i protagonista maschile, semplicemente spettacolare: non conoscevo l'attore, è estremamente carismatico, capace di affascinare e portare in scena un personaggio che sa essere crudo, distaccato, gelido, autorevole ma anche divertente, spavaldo, ironico e irriverente. Ha uno sguardo - quando non è con la protagonista - che inchioda praticamente tutti gli altri. Nel complesso, decisamente accattivante. Xuanlin non è tutto fumo e niente arrosto: fin dal primo episodio la sostanza è palese, quando fredda la spia e si adopera per occultarne il cadavere. I suoi tratti caratteriali risaltano non solo dalle sue parole ma anche dal portamento, dalle espressioni. La determinazione, la sicurezza di sé, la mancanza di paura ma soprattutto l'arguta astuzia che fanno di lui un protagonista stratega, bravo non solo nel combattimento o nella gestione del ruolo di potere ma sempre un passo avanti rispetto agli avvenimenti e alle già calcolate conseguenze. E' il ritratto del vero eroe: un'infanzia sofferta, una determinazione che lo porta ad avere un nutrito seguito, il coraggio di chi è sempre in prima linea, la freddezza con la quale riesce a gestire le situazioni più tese (come quando all'inizio sprona un giovane maresciallo a sparare alla propria sorella, già sicuro che si tratti di una finta minaccia). Tutto questo traspare da una recitazione davvero di alto livello (purtroppo dalla filmografia ho notato che l'attore nella maggior parte dei casi è protagonista di drama di generi che non sono propriamente nelle mie corde... Peccato, mi sarebbe piaciuto rivederlo in un ruolo simile). Forse il mio personaggio maschile preferito, interpretato da un attore performante e perfetto per il ruolo.
Se proprio devo trovare delle pecche...mi sarei aspettata qualcosa di più nelle ultime scene finali, sicuramente, dove invece il romance ha lasciato posto alla chiusura propagandistica. Altra cosa, ho adorato le battute tra i protagonisti quando ancora non erano una coppia, ma paradossalmente a sentimenti dichiarati la verve e la malizia tra i due è andata diminuendo, così come l'intensità delle scene romantiche (capisco la censura, ma dopo la battuta sulle manette in ascensore e la scena di lei che pulisce le ferite di lui a torso nudo - il tutto nei primi episodi - non vedo perchè non sfruttare altri elementi simili quando la coppia finalmente si forma. Purtroppo, a quel punto prendono piede bacetti a stampo e smancerie forse un po' OOC per lui. Avrei preferito qualche battuta maliziosa in più, e qualche abbraccio da orsacchiotto in meno. Ultimo appunto: io capisco che lo spettatore deve comprendere, ma che lui e lei si mettano a disquisire ad alta voce di stratagemmi e pianificazioni in teoria super segrete ovunque capiti - anzi, molte volte dopo che i nemici e loro scagnozzi di turno sono giusto appena usciti dalla stanza - non è forse la scelta più credibile del mondo.
Sono comunque delle pecche più che accettabili in una serie che non presenta sostanzialmente nessuna grande carenza, anzi.
Concludendo: per gli amanti del genere - ma mi sentirei di dire anche i non - è una serie davvero da non perdere!
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Business Kon: Suki ni Nattara Rikonshimasu
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Come molte altre commedie in tema "fake marriage", due sconosciuti decidono di fingere una relazione per benefici che nulla hanno a che fare con l'amore, salvo poi - nel corso della convivenza forzata - sviluppare un vero sentimento. Ripeto, niente di nuovo, ma è un genere che - se fatto bene - trovo sempre piacevole.
Pur essendo breve - 9 episodi in tutto - ha il pregio di sfruttare bene il tempo ed entrare subito nel vivo del rapporto. Poi, però, finisce alla deriva. Entrano in gioco gli amici storici di lui, dove uno s'innamora- ovviamente - della protagonista mentre l'altra viene vista dalla stessa come una potenziale rivale più che come una conoscenza di vecchia data.
Rispetto agli attori protagonisti, non mi hanno affatto convinta: lei sembrava un pulcino perennemente spaurito, lui davvero poco incisivo e dalla bellezza discutibile: lineamenti dolci, forse anche troppo, ma fascino e carisma proprio zero. La chimica tra i due si è notata solo nelle scene d'amore - punto a favore perchè sono un po' più accentuate rispetto ad altri drama simili - ma per il resto sembravano semplicemente coesistere nello stesso spazio (va bene il tema del disagio, imbarazzo, del non detto, del credere che all'altro non interessi, ecc... ma qui mancava proprio la connessione a livello di recitazione). Non ci sono grandi ostacoli alla storia tranne arrivare al punto in cui si confessano con chiarezza l'un l'altra. Punto che, dato lo sviluppo della trama, poteva essere piazzato in un episodio a caso dal quarto in avanti e si sarebbe ottenuto lo stesso, deludente, effetto finale. Questo perchè manca sostanzialmente uno sviluppo vero e proprio, formata la coppia e mostrata la quotidianità, oltre alle già citate vecchie amicizie, non c'è un ritmo che incalza, non c'è un filo conduttore che determina una direzione precisa. Sembra esserci solo il timer dei minuti complessivi che costituiscono gli episodi mancanti, l'onere di doverli riempire e arrivati all'ultima manciata infilarci l'happy ending, ovviamente scontato e insipido come ormai il tenore dell'intera serie.
Una delle pochissime note positive, la colonna sonora, in particolar modo la canzone con tutti i "La la la la...", abbastanza orecchiabile e simpatica.
Raramente seguo serie che non siano già concluse, aspettare l'episodio settimanale m'infastidisce, sia in caso il drama sia così valido da non vedere l'ora della nuova puntata, sia in casi come questo dove per coerenza ci si trascina fino alla fine, ma col desiderio di chiuderla nel più breve tempo possibile. E' stato quasi un sollievo poterla depennare dalla lista di quelle seguite.
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Serie incentrata su un romance proposto in modo piacevolmente inusuale
Serie davvero particolare. Prima BL giapponese per la sottoscritta, va detto.Ho apprezzato la scelta inusuale - ma sarebbe bello accadesse più spesso - di trovare i due protagonisti già intimi in partenza. Questo permette di dedicare il tempo - sempre poco in queste serie di 8 episodi da 20 minuti l'una - a tutto il resto. Si salta quindi la conoscenza tra i due - anche se ci sono dei graziosi flashback - e si parte che già convivono a tutti gli effetti, pur in una relazione - non - relazione - e non ben definita. Sostanzialmente questo concetto è il fulcro della storia. Storia intesa come evoluzione amorosa della coppia, perchè altra storia non c'è. Dal punto di vista della trama è davvero una serie ridotta all'osso: qualche riferimento al lavoro di meteorologo di Mizuki, qualcuno al mondo dei manga per Yoh, e fine. Lo stesso cast conta tipo quattro attori - sei, se vogliamo conteggiare le inutili presentatrici colleghe di Mizuki - e per il resto sono una manciata di comparse. Le riprese girate quasi tutte al chiuso, e di queste la maggior parte nell'appartamento in cui convivono. Se cercate grandi ambientazioni e una trama ricca al di là della coppia, allora non è il drama che fa per voi. Se invece volete un buon romance, un po' insolito, allora mi sento sì di consigliarlo. Va detto che non è chiarissimo, la comunicazione - proprio per scelta - è ridotta all'osso e spesso poco esaustiva. Del resto l'ostacolo alla basa è proprio la mancanza di comunicazione tra i due e l'incapacità - sopratutto da parte di Yoh - di comprendere azioni e sentimenti dell'altro. Yoh, che non disegna un partner prepotente e possessivo, è però convinto di non avercelo proprio, un vero partner, e il suo credere che da parte di Mizuki non ci sia alcun sentimento fa sì che si senta vessato da tale prepotenza e possessività, invece di comprenderla e apprezzarla. Da una parte si tormenta con mille congetture e dubbi (e qui avrei preferito qualche conversazione in più e qualche paranoia mentale in meno), dall'altra si ferma all'apparenza e non prova a scavare più a fondo rispetto a ciò che vede. Ed ecco quindi che piazza una scenata di gelosia per i sorrisi che Mizuki dispensa spesso e volentieri a tutti, senza però comprendere che sono tutti sorrisi artefatti e di facciata, e che il valore è proprio nel fatto che, a lui, Mizuki non riservi tali sorrisi smaglianti. Tra le mura di casa c'è il vero Mizuki, che non deve sforzarsi di apparire, e che spera di piacere per quello che è. E, a dire il vero, qualche sorriso in realtà c'è, ma ben diverso da quello a 32 denti che mostra in televisione: è più un sorriso sghembo, quasi una smorfia divertita, e si nota solo quando sono tra di loro. Se devo trovare due pecche, avrei preferito uno Yoh un po' meno tonto - perchè fino alla fine non si capisce bene se ha capito - e, di conseguenza, un finale con una conversazione risolutiva (non dico dichiarazioni sdolcinate, per carità, ma - mantenendo il loro codice di linguaggio - una qualche uscita che facesse davvero la differenza....e dubito possa essere la richiesta di sentire dire "bentornato a casa"). Buona la chimica tra i due, scene non troppo esplicite anche se, come dicevo, la serie parte con un alto grado di intimità tra i due (forse, gli accenni più espliciti sono nel linguaggio, più che in ciò che viene mostrato, ma senza mai cadere nella volgarità). Concludendo: piacevole e diversa dal solito... Aiuta a spezzare la visione di serie che pur con trame diverse hanno di fondo lo stesso meccanismo di base.
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Fall in Love at First Kiss
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Non la prova migliore, ma comunque piacevole
Partiamo col dire che il manga su cui si basa questo film conta un'infinità di trasposizioni - tra film e serie - made in Cina, Giappone, Taiwan e Corea. Premettendo che nessuna di queste può eguagliare il drama giapponese del 2013 - unitamente al suo sequel del 2014 - dove il buon numero di episodi, l'ottimo cast di attori performanti, la sceneggiatura fedele al manga originale rendono di fatto la prova difficile da superare o anche solo da eguagliare, posso però dire che questo adattamento taiwanese strappa comunque una piena sufficienza. Trattandosi di un film la storia è per forza di cose molto concentrata, ma va detto che le scene e i passaggi fondamentali ci sono tutti, e sono anche apprezzabili. Buona la scelta degli attori, anche se non così accentuati da lasciare il segno. Non ci sono di fatto i personaggi secondari che riescono invece a ritagliarsi un po' di spazio nella serie, ma del resto, come dicevo, con 120 minuti in totale di miracoli non se ne possono fare. Concludendo, una visione sempre piacevole per i fan - come la sottoscritta - del manga "Itazura na kiss"Vond je deze recentie nuttig?
L'inserimento di Park Morgan appare del tutto sensato, inizialmente, come a voler mettere un elemento per sviluppare anche la tematica della relazione umana, oltre a quella professionale predominante il drama, ma è quasi peggio che averlo omesso del tutto, perchè è più che palese che non c'è evoluzione, non porta a niente, e l'impressione è che sia quasi voluto.
Un effetto boomerang di cui si poteva fare a meno, insomma. Una serie zoppicante, alla quale sembra venga data l'illusione di una stampella, per poi sottrarla brutalmente e farla precipitare a terra. Bypassabile...
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Non ci siamo...
Drama che ho messo in lista per via dell'alto punteggio e le molte recensioni positive. A visione terminata - parte della quale, lo ammetto, saltata a piedi pari - mi chiedo perchè.La storia? Non c'è. Lo sviluppo dei personaggi? Nemmeno. I protagonisti sono insipidi, fin dal primo episodio gli attori principali non mi hanno convinta. I cliché non sono mai stati per me un problema, ma qui manca proprio il materiale di base per riproporli come si deve.
Non sono una fan delle identità nascoste, in particolare quando la protagonista si spaccia per un maschio, ma dovessi pensare a un titolo su questo tema, mi vengono in mente diversi altri drama decisamente migliori di questo.
Davvero, una serie nella quale non sono riuscita a trovare un elemento - e dico uno che sia uno -capace di suscitare un minimo di interesse. Non posso nemmeno dirmi delusa, a dire il vero, poiché non sono riuscita a coltivare nemmeno qualche aspettativa, nemmeno dopo i primi dieci minuti del primo episodio. Solo tanta perplessità, verso un prodotto che sento quasi non vale la fatica del commento.
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Drama che non si distingue tanto per l'originalità della trama quanto per la prova dei due protagonisti, in primis Shin Ha Kyun, attore versatile che ho visto trasformarsi dall'impassibile capo revisore (The auditore, 2024) a Kim Soo Yeong, protagonista di questa serie e personaggio dai tratti singolarmente interessanti, capace di alternare momenti seri/sentimentali a situazioni che lo vedono in una veste bizzarra e strampalata, quasi tragicomica. L'attore peraltro mi ricorda molto Ji Sung, altro attore estremamente versatile, al quale lo accomuna anche un fascino maturo a livello estetico (in questa serie i 40 anni si vedono tutti) che compete però senza problemi con i tanti bei volti dei giovani attori in circolazione. Buona anche la prova della protagonista, anche se decisamente meno incisiva. Ho apprezzato alcuni tratti distintivi tipo la smorfia a mezza bocca, tratto che le conferisce un minimo di identità rispetto alla moltitudine di protagoniste dai bei lineamenti ma che un po' si confondono le une con le altre. Altra nota di apprezzamento per l'attore che interpreta il padre del protagonista, spesso impegnato in ruoli secondari non particolarmente positivi ma nei quali riesce a dare prova di una recitazione davvero espressiva. Una serie che vale la pena vedere, un tuffo all'indietro - del resto si tratta di un drama di oltre 10 anni fa - che, pur essendo per l'appunto datato, è comunque in grado di portare una ventata d'aria fresca e strappare qualche sorriso.
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Completamente senza senso...
Ma perchè? Questa la domanda che mi sono posta costantemente episodio dopo episodio. Perchè fare una serie così senza senso? Così fatta - quasi volutamente - male? La trama non esiste, le scene sono ridicole, le motivazioni che dovrebbero collegare una situazione alla successiva lo sono anche di più. C'è davvero il nulla cosmico in questo drama.Quanto meno, non c'è stato uno spreco in termini economici, non sono stati sprecati attori importanti e soprattutto nessuno si è evidentemente spremuto le meningi per tirare fuori qualcosa che fosse almeno decente.
L'unico motivo per cui ho deciso di guardarlo era l'idea - nuova, va detto - di una BL in cui i protagonisti fossero un coreano e un thailandese. Dato che le BL made in Corea e quelle thailandesi sono davvero molto diverse, ero curiosa di scoprire cosa potesse uscire da un mix che, non escludevo, potesse nascondere il giusto equilibrio tra pregi e difetti di entrambi i tipi di produzione. Ma questo è un dettaglio rimasto sulla carta. Nel concreto, non si è fatta nemmeno la fatica di dare un senso logico all'aspetto linguistico (tutti, provvidenzialmente, comprendono tutti, qualsiasi lingua parlata e con una strampalata idea di bilinguismo diffuso a macchia d'olio la questione pretende di essere orribilmente risolta). Scene con elementi casaccio - dal compito universitario ai delitti/aggressioni - vengono piazzati qui e lì senza alcun nesso logico, coerenza o credibilità. Tanto per, insomma. Davvero, una delle serie più inguardabili in cui sia mai incappata.
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Interminabilmente soporifero...
L'unico punto di forza della serie è come viene presentato all'inizio il legame tra i due protagonisti: una grande amicizia portata avanti sin dai tempi della scuola, promotrice quindi anche in età adulta di un rapporto piuttosto informale e piacevolmente carico di battute e considerazioni non filtrate dalle buone maniere (specie in questi luoghi dove la formalità ha un peso non indifferente).Ecco, fine dei lati positivi. La storia dovrebbe essere incentrata sull'evoluzione di tale rapporto in una storia d'amore, cosa che accade molto - ma molto, molto, molto - più avanti. Fino a quel lontano momento, è un ripetersi soporifero di situazioni e interazioni già viste. Per lo sviluppo che propone, sarebbero bastati un quarto degli episodi proposti. Davvero, una maratona non indifferente da affrontare.
La caratterizzazione dei personaggi, inoltre, non mi ha convinta del tutto: lei dovrebbe essere una sorta di piccolo genio, una donna dalle capacità così straordinarie da aver fatto carriera in breve tempo: in realtà non sembra brillare particolarmente o sprizzare acume da tutti i pori. Lui a capo di una importante società, sulla carta anche lui capace, deciso, determinato...ma in presenza dell'amica di vecchia data si trasforma in uno zerbino. L'accompagna ovunque, le regala di tutto, le prenota i ristoranti...manca poco che le metta il dentifricio sullo spazzolino da denti o le passi la carta igienica in bagno: più che un grande amico sembra piuttosto una babysitter.
Nella seconda metà (della seconda metà della seconda metà) della serie, qualcosa si muove, ma anche lì, senza grandi emozioni o scene eclatanti. Il drama si chiude con la stessa incisività con la quale è stato portato avanti tutto il tempo, ovvero senza lasciare traccia.
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